sabato 21 gennaio 2012

Le riflessioni continuano


La nostra blogclasse è un luogo di identità e di memoria che contiene i segni che invitano ad entrare e a partecipare alla vita della comunità stessa.



Infatti le nostre tracce  ci hanno permesso di informare, di documentare, di alimentare il dialogo e lo scambio di esperienze fra tutti noi partecipanti.
Devo dire che mi aveva molto colpito l’intervento di Antonella nel post “ Definiamo meglio come si svolgono le cose” in cui chiedeva ad Andreas “Li dobbiamo seguire tutti, Andreas???
Non credo di avere il tempo e le energie per tener dietro a tutto e a tutti/e!”
 Io avevo appena aperto il mio blog e mi chiedevo come fare per non perdermi nel mare di informazioni e per non essere sopraffatta dalle nostre stesse creature.
Significativa è stata la metafora usata da Samantha nel definire la forza tecnologica come "venti atlantici" da governare per non andare alla deriva, e ancora "le tecnologie hanno senso se consentono all’uomo di umanizzarsi" come sostiene Elena.
Ma tra i flutti appare  Andreas   “Orbene, per iniziare a dare coesione alla blogoclasse, dovete iniziare ad usare i feed RSS (versione in italiano, peggiore) o più correttamente web feed anche se la prima denominazione è quella che va per la maggiore”
Devo essere sincera che prima di allora non avevo mai fatto caso all’icona presente nelle pagine Web, né tanto meno sapevo la sua funzione.
“ Mamma, ma dove vivi?”mi dice mio figlio con aria canzonatoria quando lo faccio partecipe della scoperta.
Mi fa entrare nel suo Google Reader dove mi mostra i feed ai blog e siti che segue che gli permettono di essere aggiornato sui nuovi articoli, suoi nuovi commenti pubblicati, senza dovere visitare manualmente sito per sito con un risparmio di tempo notevole.
Mi viene anche da dire che ciò gli ha permesso di crearsi una specie di spazio personale, legge ciò che lo interessa, risponde, a volte,  riflette , propone
Ma mi vien da dire anche che ci troviamo di fronte a una modalità di aggregazione di persone,  con le loro idee le loro proposte , le loro riflessioni e riprendendo le parole di Pierre Lévy, 1995,  “ Credo che le nuove tecnologie di comunicazione aprano prospettive completamente nuove… Non si accede solo a documenti, a libri, ma anche alle persone. Tutte queste persone vive, organizzate in comunità sono portatrici di sapere. Perciò penso che si possa, che si debba considerare il cyberspazio come il luogo dell’intelligenza collettiva”.
Ma se ciò  rappresenta una connessione, ogni legame deve essere seguito
“ Certo” disse  la volpe. “ Tu , fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E  non ho bisogno di te. Io sono per te una volpe uguale a centomila altre. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unica al mondo, io sarò per te unica al mondo. A.de Saint-Exupery- Il piccolo principe
La chiave di volta è la cura delle connessioni, lo sviluppo delle relazioni. ( Andreas in Compito IUL 3: usare feed -> non solo blog …), e quale miglior luogo del bar del cyberspazio citato da Gaetano, come l’agorà della città greca dove ci si incontra, ci si ascolta, si comunica.
Ecco il tema dell’ascolto… 
Ascoltare e condividere le emozioni dei compagni di viaggio
Ascoltare e condividere i successi
Accettare l’aiuto dei compagni
I legami ampliano gli orizzonti e si parla anche della preistoria della tecnologia
Ecco la tecnologia, pensando al mio lavoro, condividio questo commento di Andreas
"Tornando alla scuola, io trovo che vi sia grande ipocrisia nella soluzione di bloccare l’accesso al web o a inutilmente ampie parti di esso, e poi sequestrare i telefonini, attraverso i quali i ragazzi fuori dalla scuola navigano ovunque! La scuola deve insegnare a stare al mondo, e l’insegnamento di qualsiasi “disciplina”, dovrebbe in primo luogo insegnare a stare al mondo, il che oggi significa stare al mondo e al suo duale virtuale, che sono due facce della stessa cosa. Se nel mondo, in tutto il mondo, tutti usano il telefonino, allora la scuola deve insegnare a usare il telefonino per avere e fare del bene."
e la  risposta di Laura
Infatti 




e la scuola non lo deve mai dimenticare.
Non facciamo come questa maestra

Dalla copertina di “ La scuola fa male “ di Maurizio Parodi Ed. Libero di scrivere

1 commento:

  1. E così, Mauca, dopo l'ascolto o forse connesso ad esso, si apre la questione dell'incomunicabilità o meglio dell'incapacità di comunicazione tra persone che utilizzano linguaggi diversi.

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